martedì 7 dicembre 2010

Fatboy Slim, "Right Here, Right Now" (1999)

















Fran
k Miller, "Give Me Liberty" (1990):
i soldati della Pax combattono contro la Fatboy Megacorp.









Fatboy Slim, "Right here, right now" (1999) e un ciccione di "Wall-E" (2008)

"Right here, right now" è probabilmente il video di maggior successo di Fatboy Slim, esponente della scena della musica elettronica inglese degli anni '90, tratto dall'album "You have come a long way, baby" (1998), che in copertina presenta il ciccione che è l'icona dell'autore (nella cover americana, esso è stato tolto, per "correttezza politica" verso gli obesi.

La divertente particolarità del video è quella di presentare una rapida sintesi della storia dell'evoluzione: con l'inizio del videoclip assistiamo all'animarsi della vita nel primo organismo monocellulare, per poi assistere al suo evolversi in pesce, quindi in un ancestrale anfibio che la conquista della terraferma mentre un countdown in basso a destra del video segna il rapido scorrere del tempo evolutivo.

Verso gli ottanta milioni di anni fa il coccodrillo primordiale, attratto da una preda su un albero, compie il salto evolutivo (è il caso di dirlo) che lo porta ad arrampicarsi sugli alberi, trasformandosi in scimmia. Lo scimmione corre poi a perdifiato fino a saltare in una grande vallata - la Rift Valley, probabilmente - circa 30 milioni di anni fa; quando il countdown giunge a dieci milioni, vediamo il suo corpo trasformarsi in quello di un ominide (secondo tempi evolutivi effettivamente corretti).

Giunto nei pressi di una città, l'ominide si veste, uscendo dai vestiti trasformato in homo sapiens sapiens - il countdown, intanto, è rallentato in prossimità dello zero. Mentre ci avviciniamo al finale, l'uomo recupera un panino, e attraversa abbuffandosi la città trasformandosi gradualmente con un rudimentale morphing nel ciccione-logo del disc jokey inglese (Fat-Boy Slim, infatti: "ragazzo-grasso magro"). Il ciccione giunge davanti alla skyline di una avveniristica città gremita di grattacieli; affaticato, si siede su una panchina, e ne vediamo la maglietta: "N.1, so why try harder?": l'uomo è al top della scala evolutiva, quindi perché sforzarsi più duramente?

Su questa sarcastica considerazione, il video si chiude dando il senso al titolo, e alle quattro parole che vengono ripetute ossessivamente per tutta la canzone: "right here, right now": proprio qui, proprio ora. "Adesso", "Questo" è il culto dell'evoluzione, ci rivela ironico Fatboy mostrandoci un realistico specchio di noi stessi nei fotogrammi finali. Il video così nel guizzo finale riesce a darci il senso di sé stesso come video, della canzone, dell'album ("You have come a long way, baby:" "sei venuto da lontano, figliolo", potremmo tradurre) e in fin dei conti del nome stesso dell'artista, il "magro ragazzo-grasso" (Se grasso = stupido e magro = intelligente per conseguenza; "ragazzo grasso" = "civiltà occidentale", allora Fatboy si pone come coscienza critica della de-evoluzione occidentale...).

Rivedendo il video per questa sintetica recensione su Youtube, ho constatato come in USA, ovviamente, esso abbia costituito la stura ad una serie di commenti sul dibattito "creazionisti VS evoluzionisti". I primi, assumendo credo correttamente che Fatboy Slim non sia della loro fazione, hanno iniziato a criticare la visione dell'evoluzione offerta dal video come "vera", mentre alcuni volenterosi evoluzionisti hanno perso il loro tempo a controargomentare sotto il profilo scientifico (perché è legittimo credere che i mammiferi si evolvano dai rettili) ed artistico (difendendo il valore del video come metafora che, comunque, vuol dire altro rispetto a parlare dell'evoluzione in senso stretto).

Tuttavia il video è più evolutivamente corretto di quanto detrattori e difensori non pensino: l'idea di una futura umanità obesa e inerte, mantenuta dalle macchine, è difatti sostenuta da più di un futurologo (ma in fondo, già Wells nella "Macchina del tempo" e Asimov nei primi episodi del suo ciclo robotico avevano ipotizzato cose analoghe) ed è divenuta oggetto di un altro prodotto sottoposto agli strali del Politically Correct: "Wall-E" (2008), che mostra l'umanità ridotta a ciccioni inerti controllati da macchine che, servendoli in tutto, annullano in loro ogni scampolo di vitalità, tenendoli di fatto come schiavi.

Il mondo di Wall-E è però estremamente realistico (salvo che nessun robottino rottamatore ci salverà dal nostro destino evolutivo...) se non intervengono altri fattori tecnologici (come la digitalizzazione delle nostre coscienze) che superi questa linea di sviluppo. Chissà se gli autori della Disney-Pixar saranno stati influenzati dal disc jokey inglese? Una domanda destinata a rimanere, probabilmente, senza risposta.

Più probabile mi sembra che invece a Slim sia capitato di venire a conoscenza di "Give me liberty" (1990), capolavoro fumettistico di Frank Miller e Dave Gibbons, dove la Fatboy è una malvagia catena multinazionale di fast-food che complotta per trasformare la foresta amazzonica in un immenso allevamento dei suoi bovini, e che schiavizza masse di ciccioni americani resi dipendenti dai suoi prodotti i quali assaltano la Casa Bianca democratica che ha dato ordine di combatterla. Al bel fumetto milleriano, quindi, è dedicata la copertina di questo post.

Apollo 11

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