giovedì 9 dicembre 2010

EIFFEL 65 "Blue (Da ba dee)" (1998)



Il pezzo è “Blue (Da ba dee)” del gruppo dance italiano “Eiffel 65”. E’ del 1998 e fa parte dell’album Europop che verrà pubblicato successivamente, nell’anno dopo.

Video musicale

Il testo parla di un ragazzo che vive in un mondo blu, ha tutte cose blu e ogni oggetto che vede è blu. E lui stesso è blu. Si capovolge il punto di vista, non dell’umano, ma dell’alieno.

Questo mi ricorda un racconto di Frederic Brown, “Sentinella”. Narra la storia di un soldato che è in guerra contro una razza aliena. Sta esplorando il territorio quando uccide uno. La sorpresa è alla fine quando dice “con solo due braccia e due gambe e la pelle di un bianco ributtante e senza squame”. Capisci che è l’alieno a raccontare e non viceversa.

Il ritornello “da ba dee da ba daa” è un motivetto orecchiabile ma privo di alcun significato.

Il video inizia con delle televisioni su braccia meccaniche che si muovono. Su ciascuno schermo si vede un elemento del gruppo, successivamente un concerto e poi degli esseri blu. Il cantante che sta facendo una performance viene catturato da un raggio bianco/blu e finisce sulla navicella aliena, pilotata dagli strani esseri. Attraccano e scendono nella loro base. Qui arrivano anche gli altri del gruppo musicale. E inizia la lotta. Gli amici del cantante sono in grado di sparare cerchi di luce. Qualcuno dei blu viene atterrato, non si sa se ucciso.
Poi viene inquadrata una folla oceanica di esseri blu che si muovono ritmicamente. Il cantante acquista uno scopo: viene messo su un palco a fare il suo mestiere, per il divertimento dei blu.

Come a indicare che la musica di questo complesso si espanderà per tutto l’universo e farà ballare tutte le razze?

Intanto nella base la lotta continua, questa volta usando pugni ,sfere rosse, lampi azzurri come fossero scariche elettriche e arti marziali.
Ovviamente in qualsiasi filmato deve comparire questo tipo di attività.
Già fin dall’antichità la lotta era a livello competitivo. Poi arrivando le armi da fuoco si sono trasformate in sport. I popoli del Nord America si allenavano più con coltelli, asce e oggetti simili.
A parte le differenziazioni, dietro a questa disciplina c’è un assemblaggio di principi fisici, culturali e filosofici.

A questo mi viene da associare Bruce Lee e il suo Jeet Kune do, “stile senza stile”, che aveva creato personalmente Come non ricordarlo nel film “The big boss” del 1971!

Apro un’altra parentesi: la canzone italiana del 1958 “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno. Gli autori sono Modugno e Migliacci. Curiosità: il primo sosteneva di aver avuto lui l’idea osservando il cielo dalla finestra; il secondo diceva di aver avuto lui l’idea guardando il quadro “le coq rouge” di Chagall.
Il testo parla di uno che si dipinge le mani e la faccia di blu, viene rapito dal vento (o da un ufo?) e vola nel cielo infinito (o nell’universo?). Ad un certo punto le parole sono “una musica dolce suonava soltanto per me”, come il cantante che canta e suona soltanto per i blu. Ognuno di noi pensa che quando ascolta una canzone, quella sia soltanto per lui. E le emozioni fuoriescono. D’altronde ciascuno ha una propria “colonna sonora”.

Tornando al nostro video alla fine la missione di salvataggio riesce e, quando escono dal pianeta straniero, compare la scritta “Please come back”. Come succede quando lasci una città: il cartello indica “Arrivederci”.
Poi c’è un altro concerto: è presente un nuovo compagno del gruppo, un blu. E il pubblico è formato dagli esseri blu.

Forse a simboleggiare che ci può essere la pace anche tra razze diverse?

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