"If we ever meet again" di Timbaland - con la presenza di indubbio richiamo di Kate Perry - è una recente canzone basata su un video narrativo. Il testo è sostanzialmente una canzone d'amore piuttosto tipica; più interessante è invece la visualizzazione nel video, che rappresenta la realizzazione di un furto d'arte. Anche qui, situazione non assolutamente nuova (meno banale della storia d'amore, comunque), ma sviluppata in modo piuttosto interessante.
Un indizio in tal senso sembra il fatto che il quadro in questione, invece di un classico dipinto rinascimentale, sia un quadro chiaramente ispirato al dripping di Jackson Pollock, tecnica di action painting consistente nel lasciare liberamente sgocciolare (to drip) del colore sulla tela, dando così valore all'azione fisica del dipingere piuttosto che al contenuto visivo del quadro stesso. Tale tecnica, capostipite dell'espressionismo astratto, si contrappone nella seconda metà del novecento alla più fortunata e nota corrente della Pop Art, costituendo in sostanza l'opposto polo di sviluppo dell'arte contemporanea. Una citazione quindi non scontata, e non così universalmente nota, a segnalare la volontà di una certa originalità nello sviluppo del video.
Il video infatti inframmezza scene del duetto tra i due cantanti con immagini della storia, la quale traspone la vicenda amorosa della canzone nella narrazione del furto d'arte.
La scena inizia con la presentazione del quadro di Pollock in un museo che, forse non a caso, ospita una mostra sui samurai.
Vediamo infatti i due osservare interessati il dipinto alla sua presentazione; e notarsi anche l'un l'altro.
In una scena successiva, l'uomo quindi scopre dal telegiornale - condotto dall'apparentemente immaginario giornalista John Minters - che la donna che l'ha attratto alla presentazione del museo è una sospetta ladra d'arte.
Vediamo poi la donna entrare in azione, sottraendo il quadro di Pollock. Interessante notare che la scena del furto non è mostrata, ma solo lasciata intuire: vediamo la donna prepararsi, poi il dipinto sparito dal suo supporto davanti a un custode addormentato, quindi la donna abbandonare il quadro in una nuova locazione.
Nella scena successiva - dove, a complicare le cose, la cantante Kate Perry appare come comparsa - ci troviamo nella ricca villa dove è custodito il dipinto, rubato evidentemente su commissione. La donna, ospite nella villa, nota con aria che può sembrare di stupore (e forse preoccupata da un possibile collegamento) l'uomo che ha già visto e che, come ora vedremo, si reca a rubare la collana della proprietaria della villa stessa, nascondendolo poi in un cassetto di fronte all'arrivo della polizia.
Nuova scena: notiamo la donna che si prepara per un nuovo furto, poi lo stacco alla Sumi Gallery (Sumi è un termine giapponese per inchiostro, ed indica le opere d'arte grafica realizzate in questo stile), dove sono ospitati reperti della Shaian Art. Ma un custode si accorge del furto, telefona alla polizia e fa fermare l'uomo che, si trova lì: per compiere anch'egli il furto, o facendo da palo alla donna. I due dunque si conoscono, come comprendiamo ora.
Mentre l'uomo viene interrogato e sembra incastrato, la donna rimette a posto l'Uovo d'oro oggetto del furto, e lo fa così scagionare. I due quindi tornano nella villa, recuperano la collana nascosta e rubano, in più, il quadro di Pollock che aveva dato inizio a tutto.
Si conclude così la trama del video, piuttosto intricata e frammentaria. L'apparente casualità dell'incontro dei due amanti, sottolineata dal testo della canzone "If we ever meet again", come se l'incontro fosse stato casuale, potrebbe mascherare invece un piano preordinato, nella linea di una coppia Diabolik-Eva Kant.
Tuttavia, è anche possibile che l'incontro tra i due sia stato realmente casuale, e che si siano trovati a convergere casualmente sul luogo del furto d'arte, e che la rinuncia della donna al bottino sia un puro atto d'amore, a cui solo dopo consegue il furto in comune.
La voluta apertura del finale, possibile grazie alla forte frammentarietà del video stesso (la ricostruzione esatta della trama è piuttosto difficile per gli standard videomusicali, e richiede una visione piuttosto attenta atipica del medium), permette di leggere così la trama del video in sincrono o in contrasto col tema musicale. Una scelta interessante, che conferma la particolare attenzione allo strumento video di Kate Perry come artista musicale.
Apollo 11.